Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/110

104 libro secondo


esprimere con parole, poiché ognuno vede che, se un principe prende la metá degli averi, e dá libertá e comodo d’acquistare, impoverisce meno i sudditi di chi, una picciolissima parte prendendone, togliesse loro i mezzi di potere acquistare alcuna cosa: siccome, se ad un cavallo, che tira grave peso con faciltá colla fune che gli cinge il petto, voi gliela rivolgeste fra le gambe, non solo ogni piccolo peso, ma la stessa fune lo rende immobile o l’atterra. Finalmente la ruina d’uno Stato nasce dall’uso de’ dazi, quando s’impiegano dal principe a premiare i rei, gl’immeritevoli egli oziosi; o pure se questi si lasciano immuni, mentre l’onesta gente è costretta a pagargli; cosí parimente se si consumano fuori dello Stato o se si dánno agli stranieri. Io chiamo «stranieri» coloro che dimorano fuori, o che vengono in un paese ad arricchirsi per andare altrove; ma coloro, che, fuori del paese nati, in esso vengono a stabilirsi, meritano piú de’ nazionali stessi amore e carezze, e quel paese, che piú ne tirerá a sé, sará piú degli altri potente e felice. A questi forestieri dee tutta la sua potenza l’Olanda, un tempo miserabile e paludosa; a questi le sue forze la Prussia; le arti e la cultura la Moscovia; ed essi sono la cagione primaria dell’opulenza, che oggi Napoli sperimenta, essendosi veduto che, ove prima pochi forestieri l’impoverivano, oggi molti, che d’ogni parte vi vengono, la fanno prosperare. Quelli, quasi tanti scoli, conducendosi altrove le loro ricchezze, ancorché bene acquistate, ce le toglievano; questi, oltre a’ propri guadagni, quasi tanti fiumi, derivano anche di lontano le paterne e le avite sustanze, molte o poche che siensi, e, qui spendendole, le fanno sgorgare. Da questo, che de’ dazi ho detto, si conosce che l'esser essi grandi o piccoli non produce bene né male, ma può sibbene far l’uno o l’altro effetto; onde sempre piú si conosce che sono ingiuste le querele de’ dazi accresciuti, essendocché o sono falsi questi accrescimenti, o, se son veri, in se soli considerati, non sono per essere dannosi giammai.

Ora è bene che, innanzi di finire, si dica come e per quali mezzi decade e rovina uno Stato, acciocché cosí si distinguano i veri segni del male dagl’ingannevoli. Le ricchezze d’uno Stato