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80 del papavero.


§ 825. Il papavero, nei paesi caldi, si può coltivare anche per estrarre l’oppio. A tal uopo, quando le capsule cominciano a perdere il color verde per farsi giallognole, vi si praticano tre o quattro incisioni diagonali, e parallele su di esse, le quali devono penetrare anche la sostanza dell’ovario. Queste incisioni non si tracciano perpendicolarmente acciò il sugo lattiginoso che ne sgorga non defluisca direttamente a terra ma abbia tempo di condensarsi durante il giorno. Perciò si eseguiscono nelle ore calde, onde la pellicola esterna si condensi prima che arrivi la notte, durante la quale l’umidità scioglierebbe il sugo e lo farebbe defluire inutilmente lungo la pianta. Il sugo, che in forma d’una goccia biancastra, geme dalle incisioni è eccessivamente acre; esposto all’aria, si condensa e prende un color giallo che si fa sempre più carico. Dopo ventiquattro ore il sugo è trasformato in una sostanza resinosa, avente tutti i caratteri dell’oppio. Lo si leva con lame alquanto larghe e poco taglienti, ed ogni capsula, può fornire 1/5 di grammo. Nei climi temperati l’estrazione dell’oppio sarebbe un’operazione molto dubbia per l’umidità, e nei paesi dominati da venti secchi talvolta le incisioni disseccano e si ristringono impedendo l’uscita del sugo. Un ettaro potrebbe fornire 20 chilogrammi circa di oppio.

del sesamo.

§ 826. Il sesamo (sesamum orientale), detto anche giuggiolena, è la pianta i cui semi sono i più ricchi d’olio, e che non teme di confronto con qualunque altra, compreso l’ulivo. Il sesamo è una pianta annuale, che ama un clima caldo ed un terreno irrigabile. Finora non venne sperimentato con profitto più lungi dal 40 di latitudine dall’equatore. Nell’Egitto è assai coltivato, sebbene con poca cura, e fornisce 1500 chilogrammi circa di grani, i quali contengono il 50 per % di olio, e ne forniscono il 48 coll’estrazione. Per farci un’idea giusta del fin dove si potrebbe spingere la coltivazione di quest’utilissima pianta, importa il sapere che essa germoglia e vegeta quando la temperatura media sia giunta a +12°,5, ma che la sua vegetazione non è veramente attiva se non quando la detta temperatura sia di +16° o +18°, e che da quest’epoca alla maturanza vuole 2700 di calore, con una minima ali ombra non inferiore di +16°. — Nell’alta Italia, fra l’Appennino e le Alpi adunque non si potrebbe seminare