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inutili, e per prepararlo soffice e mantenerlo fresco. Subito dopo la prima sfioritura si fa una rincalzatura colla quale si ricopre alquanto il ceppo della pianta, ed in seguito ad una seconda sfioritura si eseguisce una seconda rincalzatura, colla quale si ricoprono di terra i primi prolungamenti degli steli. Queste rincalzature favoriscono mirabilmente la formazione dei frutti, poichè talvolta i filamenti che partono dai fiori a stenti possono penetrare nella terra. Una terza rincalzatura nei nostri climi sarà inutile perchè, come dissi, i frutti d’una terza fioritura non hanno più tempo di maturare. Nei paesi caldi, originarj di questa pianta, conviene eseguire una terza, una quarta e perfino una quinta rincalzatura. Se l’estate fosse troppo arido, conviene irrigare se vi è la possibilità.

Quando la temperatura atmosferica discenda a +14°, il che nei nostri climi succede alla fine di settembre od al principio di ottobre, la pianta cessa di fiorire e le foglie ingialliscono. Allora conviene levare immediatamente l’arachide dal terreno, perchè importa assaissimo che possa stagionare completamente prima ai riporla in granajo.

Arrivata quest’epoca, si tagliano gli steli, i quali servono come alimento pel bestiame, e colla zappa o colla vanga si dissotterrano le radici cui sono attaccati i frutti. Quando le linee siano a conveniente distanza, questa operazione si può eseguire coll’aratro. Si raccolgono le radici e scuotono per liberarle dalla terra, si raccolgono pure i frutti che rimanessero sparsi e si trasportano a casa, distendendo il tutto sotto un porticato esposto al sole, o sopra i graticci da bigatti, disposti in una stanza ben ventilata. Dopo alcuni giorni si svelgono i semi dalle radici, separandone i non perfettamente maturi, i quali, dando un olio cattivo, guasterebbero anche quello dei buoni; questi ultimi si fanno disseccare artificialmente colla stufa. I bacelli maturi si ripongono nuovamente in luogo asciutto, ove si lasciano per alcun tempo, o fin a tanto che vogliasene estrar l’olio. Si avverta sempre di far ben stagionare i bacelli, ossia di far loro perdere la maggior possibile umidità, perchè da ciò dipende non solo una prolungata conservazione, ma ben anco la miglior qualità dell’olio.

Il prodotto dell’arachide, varia d’assai secondo il clima, ed a pari circostanza, a norma delle cure usate durante la coltivazione. Nella Nuova Granata il prodotto è di circa 1900 chilogrammi per ettaro; nella Spagna, secondo Gasparin, sa-