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del ravizzone e del colzat. 69

tanto nell’alta Lombardia è data la preferenza al colzat perchè resiste meglio al freddo jemale, e perchè soffre meno le brine, siccome fiorisce assai più tardi.

Il colzat resiste ad un freddo di -15° ed anche più se il terreno non è umido, il ravizzone all’incontro con una temperatura di -12°, se non è coperto dalla neve, comincia a soffrire ed è obbligato a rimettere le foglie. Il colzat esige una temperatura di 1700° gradi di calore per maturare il seme, mentre il ravizzone non ne richiede che 1300° circa, ben inteso che questa temperatura s’incominci a calcolare dalla fine di febbrajo o dal principio di marzo, quando la pianta riprende la vegetazione.

Epperò, raccogliendo il ravizzone in maggio, fosse anche verso la fine, è ancora possibile la coltivazione del melgone agostano, specialmente nei terreni irrigabili, mentre dopo il colzat non è possibile che la coltivazione del melgone quarantino, del miglio o della fraina.

La coltura del ravizzone consiste adunque in due lavori, uno in luglio e l’altro al principio d’agosto, onde sminuzzare esattamente il terreno e mondarlo dalle erbe cattive ed inutili. Prima del terzo lavoro si concima abbondantemente, si lavora, si erpica leggermente una sol volta, indi si semina a gettata, o meglio in linea, appianando in seguito più esattamente il terreno. La quantità di semente per un ettaro seminato a gettata è di chilogrammi 8 circa, mescolando a cenere o sabbia i piccoli grani, onde riesca sparsa più uniformemente alla voluta distanza: seminando in linee, queste si tcrrauno distanti fra loro almeno 0m,50. Alla fine di settembre, quando le piante hanno circa quattro foglie, si zappano per mondarle dalle erbe che ancor fossero nate, e per diradarle ove fossero troppo fitte, trapiantandone ove invece siano troppo rade; in questa occasione, se la semina fu fatta in linea, si darà una distanza di 0m,25 circa fra le piante di ciascuna linea.

Parlando del melgone, vi ho detto, essere costumanza, specialmente ove il terreno è molto suddiviso ed affittato a coloni, di seminare il ravizzone all’epoca che si rincalza quel cereale. Talvolta questo ravizzone serve di sovescio pel frumento, e talvolta se ne conserva una piccola porzione, la meglio fornita di piante, onde ottenere il seme per olio, ed il fusto per il bosco de’ bigatti. In quest’ultimo caso, estirpati i fusti del melgone si zappa e si dirada conveniente il ra-