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314 | delle aranciere. |
o mediante lunghi chiodi, e le assi di copertura sono fermate ai filaruoli per mezzo di chiodi minori. Spesso le assi di copertura non arrivano a coprire tutto lo spazio compreso fra i pilastri ed il muro di schienale, ma giungono a poco più che metà di detto spazio; ed allora s’incominci a coprire la parte inferiore da m a x (fig. 318) con una parte, e sopra questa porzione se ne sovrappongono delle altre da x a n. Quest’ultimo modo di copertura dicesi a doppia mano d’assi, ed il primo ad una sol mano.
Le grossezze e le dimensioni dell’architrave c di fronte, non che degli altri o ed e sono in relazione al peso che devono sostenere, e variano da 0m,10 a 0m,20 di lato.
Fatto il tetto all’aranciera si procede a coprirne il davanti. Questa copertura (fig. 319), è costituita da serramenti a vetri v, oppure in parte a vetri ed in parte ciechi r. Ottima cosa però sarebbe che fossero tutti a vetri. I serramenti una volta si aprivano internamente. I pilastri, e le altre intelaiature d’imposta che scompartiscono gl’interpilastri quando sono molto ampi, dette anche mesili, avevano la battuta internamente come alla figura 320; oggidì però quasi tutti sono d’aprirsi esternamente cioè la battuta dei mesili è esterna come alla figura 321.
I giardini si coprono verso il finir dell’autunno, e non si chiudono se non quando abbia incominciato il gelo. Durante l’inverno, quando il tempo sia mite e sereno, si aprono le imposte. Se poi la stagione si fa molto rigida si accendono delle fascine, fra le quali si dà la preferenza a quelle d’ulivo, perchè ardono prestamente senza far molto fumo, e lasciano molte brace. Qui è da notare l’erroneità del metodo che hanno anche quasi tutti i giardinieri della Riviera, cioè di tener per segnale del freddo l’acqua, e d’accender fuoco quando la si vede gelata. Ma a tale proposito non voglio ripetervi il già detto. Talvolta si può conservare un ambiente