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306 | coltivazione degli agrumi nei vasi. |
agio all’acqua di penetrare tutt’all’ingiro. Si osservi eziandio che l’acqua non sfugga troppo repentinamente, pel vano che talvolta formasi tra le pareti del vaso e la terra in occasione che l’aridità abbia diminuito o ristretto il volume di quest’ultima; importa adunque ripetere l’innaffiamento anche nello stesso giorno, perchè tutta la terra lentamente e completamente s’imbeva.
Il dottor Fenoglio di Torino, avendo casualmente posto in bacini ripieni d’acqua alcune piante d’agrume onde salvarle dalle formiche, s’accorse che la vegetazione aveva preso una rigogliosità superiore a quanto potevasi ripetere dal cessato insulto degli insetti. Dubitò quindi che la continua immersione del vaso nell’acqua ne fosse la vera cagione.
Fece sperimenti di confronto e vidde che costantemente le piante, il cui fondo del vaso era immerso, presentavano una vegetazione di molto migliore alle altre. Suggerì perciò di far uso di conche in terra cotta a fondo piano pei vasi piccoli, e di canaletti fatti con lastre sottili di pietra, larghi a proporzione dei vasi, ed i cui bordi sieno dell’altezza di 0m,25 allo scopo di contener l’acqua. Sul fondo i detti canaletti dovrebbero avere anche diversi fori allo scopo di smaltire l’acqua, quando si volesse cangiarla oppure smaltirla nel verno. Entro i recipienti di terra o nei canaletti s’introduce l’acqua, ed entro vi si dispongono i vasi in modo che vi restino immersi almeno da 0m,05 a 0m,15, secondo la loro grandezza; si rimette l’acqua che evapora o che viene assorbita, ed alla metà di Settembre si aprono i fori del fondo per smaltirla, acciò non conservino troppa umidità nei mesi che cominciano a diminuire di temperatura. Per tal modo ei crede che l’umidità invece di comunicarsi dall’alto al basso, come nell’innaffiamento ordinario, essendo continuamente trasmessa per imbibizione dal basso in alto, supplisca meglio e più regolarmente ai bisogni della pianta, ed eviti il continuo dilavarsi del terreno. Un tal metodo però merita d’essere sperimentato attentamente, poichè potrebbe darsi che lo squilibrio che naturalmente deve esistere tra l’umidità della parte inferiore e quella della superiore possa essere di danno alla pianta; ed anche perchè le piante potrebbersi rendere più dilicate, e più facili a soffrire nel verno. In ogni modo sarà sempre un ottimo rimedio contro gli assalti delle formiche.
§ 962. Riservandomi più avanti di parlare delle aranciere o locali ove si possono riparare gli agrumi, non che del modo di coprire quelli coltivati in piena terra, ma in climi ove il gelo