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coltivazione degli agrumi nei vasi. | 301 |
facilmente la soverchia umidità. Un vaso, il cui fondo permetta lo scolo alla troppa umidità, è l’immagine d’un terreno cui siasi applicato il drenaggio per eccellenza, è la teorica di questa importante bonificazione del suolo, conosciuta sin dai tempi più antichi, ma che nessuno pensava d’applicarla anche alle grandi estensioni di terreno, sebbene non paludoso.
§ 957. La terra per la coltivazione dei vasi dev’essere quasi un concime. Se in una pianta in piena terra, le radici allungandosi possono andar in cerca di nuova terra non ancor spogliata de’ principj che le sono necessarj, quelle all’incontro d’una pianta costretta entro il piccolo spazio d’un vaso deve trovare molta copia dei detti principj entro quella poca terra che vi si contiene. Che anzi, come in seguito vedremo, abbisogna rimetterne di nuova ogni tre anni, perchè oltre all’esaurimento dei detti principj, nella terra vi ha eziandio una vera consumazione, essendosi parte de’ suoi componenti convertita nella tessitura solida della pianta.
La terra pei vasi deve, per così dire, essere fabbricata espressamente colle sostanze le più opportune, formandone un miscuglio omogeneo. Si prendano due terzi di argillosa non troppo compatta o terra vegetale, ma non puro humus, e per l’altro terzo si aggiunga cenere, sterco di cavallo o di pecora senza paglia, o colombina, e vi si versi sopra urina, od escremento umano reso liquido, finchè tutta la terra ne sia imbevuta; si mescoli il tutto assieme e si lasci al riparo delle piogge ed anche dei venti. Questo miscuglio si rivolti, sminuzzandolo ben bene una volta ogni due mesi, per modo che in capo ad un anno e mezzo si riduca in una materia omogenea, carica di sali azotati, di potassa e di calce, sostanze tutte assai opportune alla buona riuscita degli agrumi. Di questa composizione di terra importa averne costantemente, rifacendo il miscuglio almeno diciotto mesi prima che sia consumato il primo.
§ 958. Quando voglionsi educare gli agrumi nei vasi importa disporre le pianticelle sin dal secondo anno dopo l’innesto, e si farà uso di quelle che sin dapprincipio furono allevate nelle cassette o vasi. Epperò le migliori, perchè già più adattate e raccolte nelle loro radici, saranno le margotte. La miglior forma in tal caso essendo poi quella a cono rovesciato, ossia colla base in alto, e vuoto nel centro, sarà d’uopo tagliare il piccolo fusto a 0m,20 sopra terra, onde avere a quell’altezza le prime tre diramazioni principali coi