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propagazione degli agrumi. | 287 |
danno piante più robuste e di minore vegetazione, ma assai fruttifere, quando vengano innestate.
Qualunque specie vogliasi poi seminare, i semi si sceglieranno dai frutti migliori e più maturi di ciascuna di esse: questi si mettono in mucchio in qualche angolo esposto al sole, acciò fermentino per otto o dieci giorni, indi si gettano in un recipiente ove sia dell’acqua. Dopo alcune ore di macerazione si separano i semi, scegliendone i migliori e meglio nutriti, e scartando tutti quelli che surnuotano. I semi stati trascelti si seminano in apposite ajuole, ben preparate e concimate, come si disse più sopra, alla distanza di 0m,15 fra linea e linea, e di 0m,05 fra seme e seme ed alla profondità di 0m,03. L’ajuola si ricopre per 0m,04 con segatura di legno, o paglia ben trita, o terriccio, o sterco fresco da stalla senza paglia, cangiato ogni sei giorni ed innaffiando frequentemente. La semina fatta in primavera, appena che la temperatura media sia giunta almeno a +15°, è quella che meglio riesce, e che dà pianticelle resistenti all’inverno nei climi caldi. Seminando nelle cassette o nei vasi si manterrà l’istessa distanza fra i semi, e sul finire dell’autunno le pianticelle verranno ritirate nell’aranciera, od in altro luogo ben soleggiato e riparato dal freddo e dalla troppa umidità. La semina fatta in questa stagione e con semi appena estratti, come abbiamo detto, in quindici giorni circa dà luogo alla germinazione. Quella fatta con semi conservati da qualche tempo è di germinazione più incerta ed assai più lenta; e quella fatta in estate, spesso non dà pianticelle abbastanza robuste da resistere all’inverno, anche ricovrate nelle aranciere. I semi si potranno conservare abbastanza bene nella sabbia, quando i frutti maturi si abbiano molto tempo prima della primavera, e che per ciò potrebbero ammuffire e putrefare nella polpa prima che giunga la stagione della semina.
Per tutto il primo anno dopo la semina, tanto nelle ajuole quanto nelle casse o vasi, dovrassi mantenere la terra almeno superficialmente soffice, e monda dalle erbe nocive ed inutili praticando un’accurata e frequente sarchiatura. Alcuni alla primavera del secondo anno trapiantano le tenere pianticelle, ma è assai meglio il non trapiantarle che alla primavera del terzo, essendo in tal caso più certi di miglior esito, per la loro maggior robustezza e maggior quantità di radici. Nella primavera adunque del secondo anno