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sia da ripari naturali, quali sono i colli o monti, o da ripari artificiali quali sono muri o folte siepi sempre verdi. In quanto alla temperatura atmosferica, possono sopportare anche un freddo di -3°, purchè il disgelo avvenga lentamente, o perchè il cielo sia coperto da nubi o perchè non siano esposti ai primi raggi del mattino. Spesso anche una temperatura inferiore all’indicata, purchè non continuata in modo d’approfondarsi più di 0m,03 nel terreno, e susseguita da lento disgelo, può essere innocua, ma in ogni modo ove la temperatura jemale può scendere al dissotto di -3° gli agrumi vogliono essere riparati, altrimenti soffrono col perdere le foglie, od i frutti, o col perirne i rami, il tronco e la pianta stessa, quanto più il gelo si fa intenso, prolungato e penetrante sotto terra. Sulla riviera di Genova bene spesso una caduta di neve non porta alcun danno se prestamente scompare per effetto di piogge successive, o di tempo mite e coperto.

Gasparin dice che la coltura artificiale dei nostri laghi di Lombardia e specialmente di quello di Garda non potrà mai essere profittevole, perchè le rapide comunicazioni marittime devono distruggerne la già poca convenienza d’oggidì; sprezzando quasi che a forza di cure e di spese si possa in posizioni così settentrionali ottenere un prodotto quasi eguale a quello de’ paesi di clima più fortunato. A mio parere è anzi a lodarsi lo sforzo de’ coltivatori della riviera ben esposta del lago Maggiore e soprattutto di quelli del lago di Garda, che hanno saputo conservare una coltivazione tanto utile, come vedremo in appresso. Così si fosse fatto anche cogli ulivi, che ormai vanno scomparendo, anche dalle sponde dei laghi.

Il lago di Garda è un ampio bacino d’acqua, largo in più d’un luogo nella parte meridionale sino ad otto miglia italiane (14 chilom.), e più largo d’ogni altro lago di Lombardia anche nella sua parte più stretta e settentrionale. Le Alpi sono distanti più di 35 miglia in linea retta dai luoghi ove si coltivano gli agrumi, ed ivi sono difesi da monti che percorrono in direzione da Levante a Ponente, e quindi li difendono dai venti freddi di Tramontana. I venti poi che scendono dalle Alpi non spirano con molta violenza perchè hanno tempo di distendersi, scemare di violenza e riscaldarsi percorrendo le valli prima di arrivare a Riva ed all’ampio bacino del lago sino a Gargnano. Il Lago Maggiore invece, oltre l’essere più ristretto e circondato d’alti monti, è in ogni