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dritto se vuolsi allevare ad albero; o si conservano i due rami migliori e meglio disposti se si desidera formarne spalliera. Dopo l’innesto, tanto nel primo che nel secondo anno, avvertasi di tener monda la pianticella dai germogli selvatici, i quali farebbero deperire i rami innestati. I rami conservati vengono assicurati a paletti, onde non siano guasti dal vento. Per tal modo, se nel vivajo le pianticelle avranno avute tutte le cure necessarie, in un anno o tutt’al più in due si avrà un soggetto abbastanza robusto per essere piantato a dimora.

L’impianto si fa colle solite norme; cioè con fossa ampia a norma delle radici, buon concime ben scomposto, rimondatura delle radici guaste, e taglio dei rametti laterali al piccolo fusto. Per l’allevamento della spalliera si osservi quanto fu detto pel pesco. Per l’allevamento ad albero invece si procederà come pel pomo. Che anzi questa pianta adattandosi meglio d’ogni altra a qualunque foggia, più facilmente si arriverà allo scopo. S’avverta però che dovrassi mantenere un paletto a ciascuna pianticella finchè il tronco non abbia bastante robustezza per reggersi da sè stesso.

In quanto al taglio avvertiremo che i fiori nascono sul legno di tre anni ad eccezione di qualche raro mazzetto alle gemme terminali; e che il pero è ricchissimo di gemme continue, le quali devonsi conservare. Col taglio verde poi si leveranno i germogli succhioni che facilmente sorgono su questa pianta, ad eccezione di quelli che servissero a ristabilire la giusta forma per qualche ramo morto o deperente che fosse da levarsi.

Il pero, al pari del pomo, dopo alcuni anni fruttifica abbondantemente anche abbandonato a sè, purchè dapprincipio se ne sia procurata una regolare disposizione nei rami principali. Il pero inoltre è di un prodotto meno saltuario del pomo, in parte perchè più facilmente mette germogli da legno anche quando è carico di frutti, ed in parte perchè il picciuolo del frutto si stacca meglio senza portar seco parte della gemma continua.

L’abbondanza poi delle gemme continue sui rami del pero, fa sì che spesso questi dopo d’aver fruttificato per quattro o cinque anni illanguidisce e non fruttifica che scarsissimamente, e che deperisce non potendo metter gemme da legno. In tal caso si lasceranno alcuni germogli da legno che sorgessero sulla prima porzione del ramo, allo scopo di ringio-