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dell’uva. 255

tare le spore, o capsule nelle quali contengonsi minutissime granulazioni che sono i frutti della pianta.

Il primo comparire dell’oidio, poichè si convenne di chiamare tal muffa con questo sol titolo, ordinariamente si mostra nel mese di giugno quando la temperatura atmosferica si porta verso la media di +19°. Se la stagione è precocemente calda si mostra prima, e se invece continua temperata ritarda anche sino al luglio ed al principio di agosto. Il primo suo apparire si riconosce facilmente dal diverso colore che prende il fogliame, il quale perde il suo bel verde oscuro lucente per assumere un colore verde cinereo, specialmente alla pagina inferiore. Le parti infette per le prime sono le più tenere, siccome quelle che meglio si prestano a dar nutrimento alla muffa, lasciandosi facilmente trapassar l’epidermide e la corteccia. Da queste parti l’infezione si distende ramificandosi come una rete anche alla prima porzione del germoglio, ed al tralcio dell’anno antecedente; avvertendo che sulle parti che hanno già la corteccia indurita la muffa si distende soltanto per ramificazioni, ma non già impiantandosi nel tessuto, come avviene nelle porzioni più tenere, per il che nelle anzidette parti riesce meno sensibile che nelle parti tenere. Queste parti verdi sono subitamente invase mano mano che vanno germogliando, in modo che il tralcio, succhiato e malconcio all’estremità, vegeta meschinamente, le foglie esistenti si raggrinzano, le nuove riescono piccolissime e finalmente la vegetazione può dirsi che cessi affatto nella vite, per andare ad alimentare la muffa.

Così continua a svilupparsi la muffa finchè, o per l’abbassamento della temperatura, o perchè essa pure stentatamente può ritrarre ulteriore nutrimento dalle parti invase indurite e disorganizzate, cessa dal vegetare lasciando la vite in uno stato deplorabile a vedersi. I grappoli anch’essi vengono presi dall’oidio alla stessa epoca delle foglie andando soggetti alle stesse variazioni di colore; la muffa impiantata sugli acini ne succhia l’umore, epperò impiccioliscono invece di aumentare di volume; s’induriscono per la minor proporzione d’acqua ch’essi contengono; la buccia loro, verso la stagione che l’oidio tende a scomparire, si copre di macchie nerastre, o si fende perchè il nuovo afflusso d’umore, che più non è intieramente succhiato dalla muffa, non potendo distendere l’indurita buccia, la fa scoppiare. Quando poi gli acini siano screpolati, o disseccano per effetto del