Pagina:Gaetano Cantoni - Trattato completo di agricoltura, 1855.djvu/224


del ciliegio. 219

delle uova sono facilmente riconoscibili sui rami, e quindi facili ad essere distrutti.

del ciliegio.

§ 917. Il ciliegio (prunus cerasus, fig. 257), è una pianta fruttifera a piccolo nocciuolo, importata in Italia da Lucullo il quale la rinvenne a Cerasonte, provincia dell’Asia. In Europa però esisteva già indigeno il ciliegio di montagna (prunus avium), e di questo se ne trovano piante nei paesi freddi ed anche sugli alti monti. Il ciliegio è diffuso quasi in ogni parte dell’Europa; fiorisce alquanto dopo il pesco, e prima del prugno, quando la temperatura e di +8° circa, e matura il suo frutto allorchè la temperatura sia giunta a +17°, cioè nel breve spazio di 60 giorni circa. Nel nostro clima la maturanza avviene tra la metà di maggio e la fine di detto mese; nei climi più freddi o montuosi può essere protratta sino al settembre, cioè sino a tanto che possa aver ricevuto la somma bisognevole di calore; notando però che la maturanza, in queste ultime condizioni, fornisce un frutto meno dolce, a cagione della mancanza d’una massima almeno di +18° a +20°.

In quanto alle varietà, due sono le principali. La prima che dà le ciliegie propriamente dette, con picciuolo piuttosto lungo e sottile, polpa alquanto consistente e dolce: la seconda che dà le amarasche od amarine, le quali hanno un picciuolo più corto e più grosso, ed una polpa meno consistente, di sapor quasi acidulo. Queste due varietà principali contano poi le loro sotto-varietà distinte pel maggior o minor volume, pel colore e la precocità.

Il terreno più conveniente al ciliegio è quello sciolto, alquanto calcare: non esige che sia molto profondo, tenendo