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210 | dell’albicocco. |
mente per tal mezzo; molte però esigono l’innesto ad occhio dormiente od a spacco, fatto sulle pianticelle da seme o sul pruno: meglio è usare pianticelle d’albicocco, avendosi con ciò frutti migliori. Per la semina si preparano stratificati i nocciuoli entro recipienti o vasi contenenti terra umida, e mantenuta tale, non bagnandola di troppo. La stratificazione dei nocciuoli deve farsi subito dopo che il frutto venne staccato maturo dalla pianta, privandolo previamente dalla polpa. Il recipiente che contiene questi nocciuoli si lascia all’aperto sino al principio di primavera, onde rimanga esposto alle vicende atmosferiche; e solo si ripara quando si temessero geli troppo forti.
In primavera si passa alla semina, giacchè i nocciuoli avranno di già germogliato, e si avrà cura di non guastarne il germoglio o la radicetta nel momento che si tolgono dal vaso. In seguito tanto si possono piantare in vivajo, come al posto. Le varietà più resistenti e che conservano le loro qualità anche riprodotte da seme, è meglio piantarle al posto, nello stesso modo indicato col mandorlo, e quelle che esigono l’innesto sarà meglio piantarle in vivajo, colle norme indicate pel pesco; così vengono trasportate l’anno seguente all’innesto. Anche dove l’albicocco andasse soggetto alle tarde brine, e che non si potesse coltivare all’aperto, sarà meglio allevarlo nel vivajo, innestarlo e poi piantarlo presso i muri per disporlo alla spalliera; e poi preservarlo dalle brine coi mezzi indicati al § 883.
L’albicocco nel campo aperto esige minori cure, almeno per quanto si riferisce al taglio. Ciononpertanto ritarda maggiormente a dar frutto che non lo faccia la spalliera: all’aperto crescendo liberamente nei primi anni, forma rami vigorosi e