neri e di verdi. I gorgoglioni si attaccano alla pagina inferiore delle foglie ed anche
alla parte più tenera dei germogli e ne succhiano l’umore; le foglie si arricciano (fig. 248), cessano di funzionare, ed i germogli non si allungano più oltre. Le formiche poi avidissime del sugo dolce estratto da questi insetti, salgono sul pesco, e succhiano esse pure le goccioline tramandate dalle ferite della parte verde, oppure, solleticando l’addome dei gorgoglioni li forzano ad abbandonar loro l'umore da esse assorbito. In tal modo, per effetto d’ambedue questi insetti, la pianta deperisce. Generalmente i gorgoglioni compajono in seguito ai rapidi abbassamenti di temperatura, i quali come già notammo, inducono un trasudamento del soverchio umore assorbito per le parti verdi più tenere. Questi afidi si distruggono coll’inaffiare la pianta con soluzioni narcotiche, amare, o leggermente acidule o caustiche, ed anche colle fumigazioni di tabacco. Per eseguire le fumicazioni, si inaffia dapprima la pianta colla pompa a mano (fig. 231), poi la si ricopre meglio che si può con una tela bagnata, onde trattenere il fumo. Sotto la tela s’introduce il soffietto fumigatorio (fig. 249), il quale è composto: 1.° d’un fornello A a doppio fondo; il superiore B è forato da varj pertugi, e contiene carbone acceso; la parte inferiore, riceve nel punto C la punta d’un soffietto. 2.° D’una specie di cammino D, pure a doppio fondo; cioè coll’inferiore E forato, e che serve a trattenere al dissopra il tabacco che risente il calore per mezzo