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del pesco. 207

alle larve della caruga si può seminare la lattuca nel giardino presso le piante che voglionsi liberare; le larve avidissime delle radici della lattuca vi si attaccano subito, il che si riconosce dall’appassire che ne farà la parte erbaeea; in allora si scava il terreno a quel posto, e si troveranno sicuramente le larve presso le radici.

Il rinchite o punteruolo (fig. 246), è quel piccolo coleoptero di color azzurro lucente, la di cui femmina, nel marzo e nel principio d’aprile attaccandosi alla base dei teneri germogli, specialmente del pero e della vite, e rosicchiandone per più che metà della grossezza, li fa rovesciare ed appassire; quindi piega ed accartoccia le foglie di questa parte, formandone come un cilindro allungato, e vi depone le uova fra gli strati. Da queste uova nascono altrettante piccole larve, le quali si nutrono delle foglie della pianta sulla quale si trovano. La caccia all’insetto perfetto, ed il togliere gli accartocciamenti appena formati sono gli unici mezzi per diminuire il danno di questo insetto. Il rinchite si attacca eziandio ai germogli del pesco e ne guasta la disposizione.

Altre larve d’insetti delle specie delle tentredini si nutrono delle foglie del pesco, o ne accartocciano la sommità dei germogli, nuocendo alla libera vegetazione; a queste non si rimedia che colla caccia e col levar via le parti che loro servono di nido.

Anche le forsecchie rodono i teneri germogli ed anche i frutti, soprattutto in quelle piante che abbiano foglie arricciate ove nascondersi. Per prendere le forsecchie giova disporre presso le piante dei fascetti di rami muniti di foglie, o gli steli vuoti delle dalie, delle canne. Questo insetto vi si nasconde la notte, ed al mattino, scuotendo i rami o gli steli entro un recipiente, con facilità si prendono e se ne libera la pianta.

Le vespe ed i calabroni danneggiano i frutti che sono presso la maturanza, punzecchiandoli e mangiandone la polpa dolciastra: si prendono collocando presso le piante delle ampolle da medicina a metà riempite d’acqua melata. In pochi giorni le si trovano ripiene di vespe e calabroni attirati dalla dolcezza del miele.

Ma l’insetto che maggior danno arreca al pesco è l’afide o gorgoglione, detto volgarmente pidocchio (fig. 247). Ve ne sono di