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206 | del pesco. |
malattia non è conosciuta, e perciò ignoti ne sono pure i rimedi.
La lebbra, detta anche farinella, è una malattia pure propria del pesco. Si presenta sulle foglie e sui germogli come l’oidio, ricoprendo le parti infette come di una polvere biancastra. Questa polvere non è altro che un trasudamento anormale delle parti verdi, e pare che sia dovuto alla mancanza del necessario solvente acquoso nella linfa discendente, poichè succede ordinariamente nei mesi più caldi ed asciutti. Le parti verdi affette da questa malattia cessano le loro funzioni e così la vegetazione divien languida o si arresta del tutto. Il rimedio non è ben conosciuto, per quanto talvolta si vegga che coll’irrigazione, coll'inaffiamento, o colle piogge la pianta riprende vigore e continua ad allungare i germogli. — La natura di questa efflorescenza fu molto contestata, chi la crede un fungo al pari dell’oidio, chi invece un deposito salino alla superficie delle foglie; io sono di quest’ultima opinione, la quale trova una spiegazione nell’accennata mancanza di fluidità negli umori, e perchè l’umidità naturale od artificiale frequentemente vi rimedia, osservandosi che le piogge sembra che detergano le foglie dalla polvere biancastra. Questa malattia poi non subisce assolutamente le fasi che subirebbe una sostanza che fosse costituita da un ammasso di piccoli funghi.
Fra gli insetti che portan guasto al pesco vi è la Tigre della quale vi parlerò trattando dei peri e dei pomi; la caruga comune (fig. 245), che ne divora le foglie e la di cui larva vivendo sotterra, ne rode le tenere radici. Per dar la caccia