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del pesco. 205

corteccia, ed il posto delle gemme trasudano un umor denso gelatinoso che in seguito si indurisce col sole, rivestendo i rami e circondando le gemme ed i germogli che in breve tempo periscono. Questa malattia, come già si disse parlando del mandorlo, dipende da un soverchio assorbimento d’umore per parte delle radici, in un momento che la vegetazione è ancor lenta od interrotta dalla bassa temperatura, le foglie esistenti non traspirano come dovrebbero: e l’umore aumenta sotto la corteccia, si addensa, e finalmente si fa strada all’esterno.

Un’altra malattia che si mostra in primavera è l’accartocciamento delle foglie (fig. 244); questa si manifesta dapprincipio col dare alle foglie una tinta giallastra, indi queste s’ingrossano, si accartocciano, si gonfiano, prendono un color giallo rossastro e finalmente cadono. Quando tutte le foglie d’un germoglio sono distrutte, anche il germoglio si gonfia e finisce col disseccarsi. Questa malattia trova pure la sua causa nei repentini abbassamenti di temperatura che arrestano ad un tratto la vegetazione nel momento ch’essa è nel massimo vigore. L’unico rimedio a tale malattia è il togliere subito le parti affette, siano foglie o siano anche intieri germogli, poichè in questo momento può aversene facilmente dei nuovi più in basso sui rami dell’anno antecedente. Quando poi la malattia si è manifestata, gran parte del guasto è fatto dalle formiche che vanno a succhiare il trasudamento dolciastro delle foglie o dei teneri germogli.

Il rosso è una malattia propria del pesco. Le piante colte da questo malore mostrano ad un tratto i rami colorati d’un rosso intenso. Manifestatosi questo indizio la vegetazione si ferma subitamente, e le piante muojono quasi all’istante, tanto più se sono colte dal male quando siano cariche di frutti. Talvolta languiscono per un anno o due, facendo frutti piccoli, assolutamente non mangiabili. La causa di questa