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204 | del pesco. |
il quale non è usato o da ben pochi. Lasciando ogni cosa, i rami succhioni che per avventura si sviluppino alla base delle diramazioni, toglie a quelle il vigore, non fruttificano, deperiscono, e per conseguenza si è obbligati a farne il taglio, guastando sicuramente l’equilibrio della pianta, poichè, come dissi, ben difficilmente al dissotto del taglio si potranno avere nuovi germogli coi quali ristabilire la perduta diramazione. Inoltre, trascurando la cimatura dei rami da frutto, questi nel venturo anno non portano fiori che verso la cima, e quindi si privano di nuova vegetazione verso la base, con che aver frutto fanno vegnente; abbisogna dunque tagliar molto lungo e così lasciar l’albero vuoto e sfornito in basso di rami utili. Vedi il § ove si parla dell’albicocco. Da tutto ciò si vede quanto utile e necessario riesca soprattutto il taglio verde per una pianta che soffre i larghi tagli jemali, e che a gran stento sviluppa germogli al dissolto di essi. Le piante innestate sono più difficili a mandar questi nuovi germogli.
§ 910. Le pesche sono mature quando dal lato dell’ombra od a tramontana mostrano la pelle gialla. In questo momento esse tramandano la loro fragranza od odor particolare. Non se ne faccia mai la prova col tatto, poichè la minima contusione forma una macchia che in breve tempo si estende per la disorganizzazione interna. Quei frutti che sono destinati al commercio devono cogliersi qualche giorno prima della completa maturanza onde siano più resistenti, e quelli che voglionsi consumar subito si coglieranno un sol giorno prima. Il raccolto del pesco deve sempre farsi a mano.
Le pesche non sono suscettibili di conservazione; ciononpertanto nei climi o nelle stagioni favorevoli si possono far essiccare al sole, dividendoli in due, e togliendo loro il nocciuolo; meglio ancora sarà se dapprima si leverà loro la pelle od epidermide.
§ 911. Il pesco va soggetto a moltissime malattie, singolarmente nei climi temperati, i quali abbiano primavere a temperatura incostante, o brevi estati ed autunni freddi ed acquosi. La principale fra queste è la gomma, comune a tutte le piante con frutto a nocciuolo, ma che nel pesco si mostra più spesso, o quasi sempre, con danno grandissimo della pianta. Infatti, appena che nella primavera, o sul finire dell’estate o nell’autunno avvenga una forte pioggia con forte abbassamento di temperatura immediatamente trasudamenti gommosi lungo tutta la pianta, e specialmente sui rami di uno, due e tre anni; quasi ogni ferita per piccola che sia, i pori della