Pagina:Gaetano Cantoni - Trattato completo di agricoltura, 1855.djvu/176


cure di conservazione delle piante fruttifere. 171

poriti, così avviene frequentemente che il freddo anche ordinario dell’inverno può recare gravissimi danni ai frutteti; come più sensibili li arrecano i balzi di temperatura che succedono in primavera nei climi temperati e continentali.

Al freddo jemale si potrà ovviare coll’impagliatura del tronco; col coprire di foglie o concime grossolano intorno ad esso, e fino ad arrivare ove giungano press’a poco le radicette; colle pagliate poste al dissopra delle piante, e coi ripari posti in modo che il sole non possa colpire la pianta immediatamente alla mattina, producendo un rapido e parziale disgelo nella parte illuminata. L’usare poi tutto od in parte queste precauzioni dipende dal criterio del coltivatore, il quale deve aver di mira la qualità delle piante da difendere e del clima in cui vegetano.

Ma se il freddo jemale può essere nocivo ed anche fatale a piante di clima più caldo di quello in cui vegetano, i tardi geli di primavera riescono sempre di grave danno anche alle piante indigene, e soprattutto a quelle con frutto a nocciuolo quali sono il pesco, il mandorlo, l’albicocco, ecc., i quali generalmente hanno una vegetazione precoce. Se queste piante sono all’aperto difficilmente si possono difendere fuorchè con coperture coniche; ma se sono disposte in ispalliera il proteggerle sarà più facile. Noi sappiamo come agisca la brina, e che se poniamo un tramezzo tra la pianta ed il cielo, s’impedisce l’irradiazione terrestre verso lo spazio e con ciò si evitano i tristi effetti di questa meteora. A tal uopo si possono fissare a conveniente altezza