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riuscirono incomplete perchè non fornite da tutti i comizi e da tutti i paesi, ed inesatte perchè i più notificarono in meno, mentre alcuni pochi esagerarono i loro prodotti per vanagloria.

Meno incompleta e fors’anche meno inesatta riuscì la statistica del bestiame; ma pur sempre inattendibile come tutte le altre. Governo e comizi vi spesero tempo e danaro, senza che se ne sia ricavato molta utilità. Ma di tali statistiche, è d’uopo dire, che le prime sono per loro natura imperfette, e che facendone si apprende a farle con cura e precisione.

Miglior sorte ebbero i dodici quesiti sullo stato dell’agricoltura.

Per rispondere ai principali di questi non era necessario il ricorrere ad elementi estranei al Comizio. Persone intelligenti e pratiche del luogo poterono rispondervi adeguatamente e con cognizione degli elementi di fatto; essi sono lavori degni di attenzione per le notizie e pei suggerimenti che contengono quasi il principio di una vera inchiesta agraria che sarebbe di massima importanza per l’Italia.

Finalmente non dobbiamo tacere le distribuzioni fatte dal ministero in libri, in strumenti, in macchine agrarie. Puossi dubitare se i libri siano sempre stati letti, e le macchine sperimentate.

Il ministero ebbe pure a distribuire semi di piante, concimi, uova di bachi da seta, del gelso e del rovere, affinchè si sperimentasse e si riferisse. Ma venne sperimentato e riferito soltanto da pochi Comizi, allorchè per avventura contassero fra i loro membri qualche persona che sapesse sperimentare e riferire. Nella maggior parte dei casi i soci affidarono l’esperienza ai contadini, ed il risultato come doveva, riescì nullo o poco di concludente.

Intanto però, libri, strumenti, macchine, semi di piante, uova di bachi, concimi, ecc. rappresentarono una spesa cui non corrispose un adeguato profitto.

Visto questo poco profitto, si pensò a lasciare inoperosi i sussidi piuttosto che sciuparli; e così sorse il pen-