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dessero perciò necessaria un’abbondante concimazione coll’ordinario letame da stalla. Ma la vera causa risiede in ciò, che i concimi liquidi non rendono al terreno una proporzionale quantità di materiali inorganici, singolarmente di insolubili; quindi tolgono al terreno quelli dei quali abbisognano per ridursi alle opportune combinazioni. Ormai, le ripetute sperienze e i ripetuti disinganni posero in evidenza che, i prodigiosi effetti dei concimi eminentemente azotati, sono il risultato soltanto d’un più pronto esaurimento di quei materiali inorganici del terreno che sono già convenientemente disposti a combinarsi coi materiali concimanti; e che per conseguenza dopo alcuni anni, rendesi necessaria un’abbondante concimazione coll’ordinario letame da stalla. Dalle sperienze sull’uso del guano, di Stöckhard (Journal d’Agricolture pratique, 8 maggio 1859), risulta che dopo forti concimazioni con questo concime molto azotato, il letame da stalla, anche alla dose ordinaria, dà risultati migliori di quelle del guano e consimili, sebbene adoperati in tale quantità da renderne dubbia la convenienza.

Il terzo stadio è quello adunque che sussegue la coltura sommamente intensiva, quale ora abbiam detto per effetto di abbondanti concimazioni con sostanze organiche. Se il terreno delle ortaglie avvicinanti le grandi città, ove si concima abbondantemente con concimi molto azotati per avere una lussureggiante vegetazione, venisse ad un tratto convertito alle coltivazioni agricole, per esempio, al frumento od al melgone, avremmo un’abbondanza di fogliame, ma una mancanza di robustezza nel fusto ed una stentata produzione di grani, per una minor proporzione di materiali inorganici nel terreno. Come ho già detto, ottiensi miglior effetto da una pianta collocata in terreno mediocremente concimato, che non dalla stessa posta a vegetare sopra un ammasso di letame.