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coltura intensiva, degli orti presso le città, e i terreni eminentemente vegetali. Nei due stadj estremi, il terreno, per quanto riguarda l’agricoltura, manca di qualche cosa; nel primo difetta di sostanze organiche, nell’ultimo d’inorganiche. — Da qui la necessità di rimediarvi, da qui la spiegazione di alcuni fatti, e l’applicazione d’altre norme utili per la pratica.

Nel terreno che si trovi nella prima condizione, cioè nel terreno inerte, o che manchi di principj organici, l’agricoltore dovrà rivolgere le sue cure a fornirlo di queste, e specialmente delle più azotate, siccome quelle che meglio raggiungono lo scopo; nè ommetterà le operazioni che favoriscono l’azione reciproca fra i materiali organici e gli inorganici, cioè il rinnovato ed esteso contatto dell’aria per mezzo del ripetuto lavoro, della fognatura, ed anche dell’abbruciamento.

Quindi facilmente potremo darci ragione perchè i terreni, nel primo stadio, tardino a prestarsi utilmente alla vegetazione, e perchè in essi il guano, il nero di raffineria, gli escrementi umani, liquidi e solidi, e tutte le altre sostanze eminentemente azotate, siano appunto i concimi, i quali, sebbene poco voluminosi, diano i migliori effetti.

Nel secondo stadio, nel quale gli elementi organici ed inorganici stanno nelle più opportune proporzioni perchè gli uni facilitino l’assimilazione degli altri, si dovrà aver riguardo a mantenere quest’equilibrio. — Una successiva aggiunta di sostanze organiche, singolarmente azotate, produrrebbe, è vero, momentaneamente un eccesso di vegetazione; ma indurrebbe un conseguente anormale consumo di materiali inorganici, e lentamente ci condurrebbe al terzo stato. — Questo è l’effetto dell’uso, o meglio dell’abuso, dei concimi liquidi, i quali diedero adito alla credenza che agissero stimolando, esaurissero più prontamente la fertilità del terreno, e ren-