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dal bestiame, maggior fertilità dovevasi conservare sovesciando il tutto immediatamente allo stato verde, ed impedendo la benchè minima esportazione di quanto proveniva dal foraggio stesso.

Cruozet dice, (Journ. d’agric. pratique, 20 octobre 1859).

Gli animali non creano alcun elemento di fertilità: essi consumano, al contrario, e distruggono una parte di quelli contenuti nel loro alimento: quanto all’altra parte, si limitano a trasformarla ed appropriarla all’assimilazione della vita vegetativa.

Ma qui pure la pratica dà una smentita. — La cosa andrebbe come finora si vuol far credere quando noi avessimo uno strato di terreno coltivabile di una determinata altezza, posto al disopra di un materiale inattaccabile, poichè vi sarebbe la necessità di restituire tutto quanto si leva, se non si volesse vedere diminuito quello strato di tanto materiale quanto è quello esportato dal fondo coi cereali, carni o latte. Allora la miglior concimazione sarà proprio quella che restituisce di quando in quando tutto ciò che fu levato dalle coltivazioni, procurando nell’egual tempo di rendere materiali migliori, o più abbondanti. Ma la cosa procede diversamente. La vegetazione elabora il terreno, facendolo passare pel proprio organismo, e gli animali elaborano la vegetazione facendola passare pel proprio corpo. — Il terreno convertito alla nutrizione dei vegetali, si riduce a composizioni più complesse ed alterabili; ed a sua volta le sostanze vegetali convertite alla nutrizione animale si rendono ancor più complesse ed alterabili, quali le vediamo negli escrementi riuniti, solidi e liquidi. — Che cos’è un fascio d’erba che imputridisce e si scompone? Un pugno di terra convertito in erba. — Che cosa l’escremento d’un cavallo? Un fascio d’erba convertito in escremento. È ancora quel pugno di terra che si era convertito in un fascio d’erba.