Pagina:Gaetano Cantoni - Fisiologia vegetale, 1860.djvu/90


88

e più facilmente scomponibili? Anche l’animale toglie qualche cosa al fieno, ma rende l’avanzo in uno stato che meglio favorisce la vegetazione che non somministrando il tutto in natura.

La vegetazione rende superficiale, elabora il terreno e lo migliora, ed all’esportazione di quanto si produce alla superficie supplisce col prendere ed elaborare materiali sempre più profondi: — Il sovescio e la vegetazione insomma non restituiscono al terreno più di quanto levano, ed il più delle volte meno di quanto levano; il sovescio e la vegetazione non concimano ma preparano il terreno, ossia lo dispongono a ridursi più facilmente e prontamente a quelle combinazioni le quali sono più facilmente e prontamente assimilate dalle piante.

Ridotta la questione a questo punto, ci faremo la seguente domanda:

Per ben preparare il terreno è meglio praticare abbondanti sovesci d’erbe che possono servir da foraggio, o consegnare al terreno il concime risultante dal foraggio convertito in concime?

Forse anche qui la pratica sarà in contraddizione colle teorie finora emesse.

Taluno, considerando che il foraggio nel passare pel corpo degli animali perde tanto dei suoi materiali quanti sono quelli rappresentati dal latte e dalle carni, credette logico l’impedire questa perdita, sovesciando tale e quale il foraggio verde. Da qui il sistema del Nebbien, il quale suggeriva di seminare in una data superficie del fondo, proporzionale alla sua estensione e bisogni, semi di diverse piante erbacee, di pronto sviluppo e di abbondante fogliame, indi tagliarle e trasportarle per essere sovesciate ov’era richiesta la concimazione. — Infatti, niente di più logico del ritenere che se un fondo, ad onta dell’esportazione del latte e delle carni, era mantenuto fertile avendo una data superficie a foraggio consumato