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in quelle parole d’un antico agronomo italiano, il quale asseriva:


essere la coltura necessaria per richiamare le parti inferiori del terreno alla superficie, ove dalla luce, dal sole e dall’acqua assottigliate e sciolte, venivano dalle piante assorbite.

Non era adunque al solo intento di correggere la soverchia tenacità del suolo che si praticavano le colture tanto in voga specialmente al tempo de’ Romani. — Importa però distinguere l’effetto della coltura, del lavoro profondo, delle sarchiature, e del drenaggio e di qualunque altra operazione la quale abbia per iscopo il porre i materiali terrestri in contatto dell’aria, sopra un terreno di recente dissodato e non ancora reso coltivabile, da quello che l’aereazione, per mezzo di simili lavori, produce nello strato già coltivabile. — Nel primo caso vi ha una vera preparazione del terreno a farsi coltivabile, cioè disgregazione, polverizzamento, ed una prima ossidazione di materiali terrestri. Gli elementi atmosferici che pei primi ed in maggior quantità vi si uniscono sono l’ossigeno e l’acido carbonico. Così preparato il terreno si dispone ad acquistare il nome di coltivabile, cioè la facoltà di combinarsi ad altri materiali più importanti, specialmente all’azoto e materie concimanti, e di presentarli alla vegetazione nelle opportune condizioni. I materiali inorganici del suolo sono ancora i medesimi, solo vi si aggiunsero alcuni elementi combustibili, che loro comunicarono la facoltà di poter in seguito entrare a far parte dell’organismo delle piante.

In questo stadio di preparazione il terreno non fa che prendere per sè e saturarsi d’alcune sostanze che lo predispongono a combinazioni più utili ed intaccabili dalle piante. — Perciò nei terreni dissodati di recente, e nello strato sottoposto al coltivabile, il lavoro, e più ancora la concimazione, riescono maggiormente a pro-