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terreno, ovvero sulla necessità che i materiali terrestri, entrino fra di loro, o cogli aggiunti, in certe combinazioni, prima di penetrare nell’organismo vegetale. — Pertanto in pratica si dice che le terre silicee sciolte mangiano o distruggono i concimi: e che le forti argillose, più tardi fanno sentire gli effetti della concimazione, ma che, conservando maggiormente i materiali concimanti, non esigono d’essere ingrassate così frequentemente quanto le prime. E non solo le terre argillose, ma anche le silicee, col tempo, cioè con un contatto più prolungato, riescono ad assorbire i materiali disciolti nelle acque. Intatti sono meglio potabili quelle acque che abbiano percorso un più lungo tratto sulla ghiaja. Presso la sorgente molte acque contengono sali disciolti o per un eccesso d’acido carbonico o per una maggior temperatura; ma in contatto dell’aria, o l’eccesso d’acido carbonico si svolge, o la temperatura diminuisce, ed i sali si depositano o trovano, nel loro corso, altri materiali cui combinarsi; in tal modo le acque correnti si rendono più pure. Nè sconosciuto è il metodo di depurare l’acqua e renderla potabile, quantunque contenente materie ammoniacali, facendola passare per l’arenaria. — I concimi aggiunti al terreno si fanno tanto più presto sentire quanto più si trovano già in uno stato di maggior divisione e di più semplici combinazioni, o di maggior scomposizione per effetto della fermentazione, e quanto più il terreno sarà parimenti soffice e poroso, ossia in condizione tale da presentare alle materie concimanti un facile ed esteso contatto col massimo numero di particelle inorganiche cui combinarsi. A questa condizione devesi l’effetto più pronto dei concimi solidi ben scomposti e sopratutto dei liquidi, confrontato con quello de’ concimi solidi freschi, o dei liquidi per anco ben fermentati.

Epperò, non si dirà che i concimi liquidi, o eminen-