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diluite e filtrate sono così minimi; e se il più delle volte, per la bassa temperatura o per la presenza dell’argilla o della creta, questi residui riescono anche nulli, come mai dalla loro quantità potremo giudicare la maggiore o minor fertilità dei terreni, se i migliori, contenendo argilla, sono appunto quelli che non ne forniscono? Ma siccome la presenza dell’humus è incontrastabilmente utile e che esso pure, nelle ordinarie condizioni, se è disciolto, è assorbito dal terreno, bisognerà ben dire che non è allo stato di soluzione che le piante lo utilizzano.

A mostrare l’utilità delle soluzioni procurate dall’acido umico, ossia degli estratti, Risler prese dei giacinti, delle cipolle, e delle carote già formate e levate dal terreno; le pose negli estratti colorati, e questi, dopo un certo tempo, si scolorarono. La stessa sperienza colle piante coltivate gli riuscì più difficile; ed alcuni grani di frumento, fatti galleggiare sopra un estratto d’humus, germinarono perfettamente, svilupparono foglie di due decimetri di lunghezza, che perirono le une dopo le altre; le piante tallirono, ma non formarano stelo. Ma queste sperienze a nulla conducono che provi la nutrizione delle piante per mezzo dell’assorbimento di alimenti disciolti, e forse provano precisamente il contrario. I giacinti, le cipolle e le carote, hanno una parte carnosa da esaurire, o colla quale prolungare la propria esistenza; i semi hanno una massa cotiledonare da elaborare; ma quando i materiali proprj sono consumati, la pianta deperisce. Lo stesso autore confessa che le piante d’ordinaria coltivazione assorbono lentamente il liquido, vegetano male e periscono; attribuendone però la causa al trovarsi queste in condizioni anormali, cioè fuori del terreno. — Ma se gli estratti di terreno coltivabile fossero sufficienti ad alimentare le piante, il terreno non sarebbe necessario, e funzionerebbe solo qual sostegno; che anzi quando contenesse creta od argilla, non farebbe