lando poi col lavoro le ceneri al terreno sottoposto. Non potete o non volete fare questa operazione, perchè non vi siano le condizioni opportune, trasportatevi terra da qualche altro punto, e stendetevela sopra in istrato non molto alto; fatela penetrare negli interstizi, passandovi sopra un erpice intrecciato di rami spinosi, ed in breve tempo ne avrete cambiato l’aspetto, tanto più se alla terra avrete agiunto calce appena spenta. Ordinariamente le terre quanto più son ricche di materie vegetali lentamente combuste, altrettanto mancano di materiali calcari, poichè l’abbondanza d’acido carbonico sviluppantesi dalla scomposizione di quelle, riduce a bicarbonato solubile le combinazioni calcari che poi vengono dalle acque trascinate fuori del terreno o nei suoi strati più profondi. Pertanto a tutte le terre eminentemente vegetali è sempre di gran vantaggio l’aggiunta della calce o della marna. Nei prati, più volte citati, presso Milano, se la parte spungosa che si leva non fosse nuovamente utilizzata ad aumentare gli ammassi di concime solido, od a ricevere il concime liquido; e più ancora se, lasciata in posto, non alterasse col tempo la livellazione del prato, si potrebbe risparmiare la spesa del levare e rimettere le cotiche, col semplice aggiungere terra sulla superficie, e poi farvela penetrare come ho detto. I nostri agricoltori già conoscono in effetto questo principio, poichè dove nei prati, per un eventuale depressione o per mancanza di pronto scolo, si mostrino muschi od erbe palustri, stendono ogni anno un leggier strato di terra, anche non grassa, e questa basta non solo a rialzare la depressione, ma eziandio a cambiare la natura delle erbe, ed a rinvigorire grandemente la vegetazione. La terra aggiunta e specialmente le terre alcaline avrebbero eziandio per iscopo di fornire le basi agli acidi vegetali, che si svolgono durante la lenta combustione, nei quali entra sempre come uno dei principali l’acido carbonico,