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500 gramme di acqua distillata) pianticelle di hordeum vulgare seminate e cresciute nella terra. In tutto questo spazio di tempo le goccioline che si presentavano alla sommità delle foglie contenevano il sale di magnesia indecomposto; le piante non diedero indizio di patimento. Anche le radici si conservarono illese con succiatori abbondantissimi e ripieni della materia mucoso-granellosa loro propria.

Pianticelle di orzo seminate da sei giorni nella sabbia granitica previamente trattata coll’acido solforico e lavata, vennero innaffiate con una soluzione di una parte di solfato magnesiaco in 500 gramme di acqua distillata. Dopo il secondo innaffiamento le goccioline contenevano il sale. Le radici erano sane.

Piante d’orzo cresciute nella sabbia trattata come quella che servì nella esperienza precedente, vennero per 15 giorni continui bagnate colla solita soluzione di solfato di magnesia (1 grammo in 500 grammi d’acqua). Dopo il quindicesimo giorno le pianticelle si trovarono meno vigorose di altre piante di orzo cresciute egualmente nella sabbia granitica lavata, ma irrorate con semplice acqua comune; erano però più rigogliose di quelle che contemporaneamente erano cresciute nella sabbia ma innaffiata con acqua distillata purissima.

Ben considerate queste esperienze, istituite sotto un principio diverso, provano quanto già venne provato da quelle del Bouchardat, cioè che le soluzioni, quantunque allungatissime, danneggiano e non nutrono le piante; che il loro guasto è tanto più facile e pronto, quanto più agiscono a lungo e da sole, vale a dire senza il concorso del terreno; il quale pure esercita una tanto minore azione preservativa quanto più la sua chimica composizione sia meno atta a scomporre o trattenere i materiali dreciolti. In pari tempo provano che, sospendendo l’innaffiamento a tempo opportuno, cioè dopo poche volte, la pianta non soffre o può riaversi, perchè abbandona quanto forzatamente ha assorbito, ma non assimilato.

Cantoni. Fisiologia vegetale ecc. 8