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nata) le pianticelle erano morte; ed esaminate le radici vennero riconosciute alterate. Non si formarono le solite goccioline ed il cianuro si scoprì esistere in dose rilevante nel tessuto della zea mays. Da questa esperienza puossi arguire che la soluzione troppo carica del veleno aveva leso le radici ed impedito così l’assorbimento fisiologico. Il veleno ritrovato nel tessuto della pianta proveniva da cause che avevano agito dopo la morte della pianta stessa.

Lo stesso fatto si osservò, ma entro un termine di tempo più breve, in pianticelle di granone seminate e cresciute nella sabbia lavata con acido solforico che furono irrorate con una soluzione acquosa di ferrocianuro potassico avente lo stesso grado di condensazione di quella adoperata nell’esperienza precedente. La ragione del tempo più breve decorso dall’innaffiamento alla morte delle piante cresciute nella sabbia in confronto di quelle seminate nella terra comune è riposta nella diversità del mezzo in cui nelle due esperienze (4 e 5) vegetò la zea mays, il che facilmente si ammetterà per vero riflettendo che nella terra per cagione di reciproche affinità chimiche dovette avvenire una parziale decomposizione del veleno somministrato; decomposizione che non poteva succedere nell’arena depurata.

Con una soluzione acquosa di ferrocianuro potassico dell’egual titolo di quella adoperata nella esperienza precedente si innaffiarono due giovani piante di zinnea rosea che erano cresciute nella sabbia. Dopo due innaffiamenti praticati in un giorno, il succo di una zinnia dava un debole indizio della presenza del cianuro doppio. Le radici erano sane. Dopo tre giorni, esaminato il succo dell’altra pianticella di zinnea che fu egualmente alla prima innaffiata due volte al giorno, vi si trovò il sale ferroso-potassico in dose maggiore. Le foglie non davano segno di deperimento; ma le radici erano già alterate.

Si innaffiò una pianticella di quercus robur dell’età di un anno, cresciuta nella terra e trasportata colla terra onde non ledere in nessuna maniera le radici in un ampio vaso con una soluzione di tre grammi di ferrocianuro potassico in tre litri d’acqua distillata. Dopo il decimo giorno dall’innaffiamento cominciarono a formarsi delle macchie nerastre sulle foglie e sulla corteccia. Levai