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poste o fermentate. In molte parti della Lombardia, nello scorso anno vennero rifiutati, siccome nocivi, i residui liquidi del gas, tanto sparsi sui cereali, quanto sul prato. I cereali, e specialmente il frumento ed il melgone, ne soffrirono immensamente e non si riebbero in parte se non dopo molte settimane. I prati e cotiche di foraggi leguminosi, presentarono qua e là spazj intieramente sprovvisti di vegetazione, o, come si dice, abbruciati, specialmente dove maggior quantità di detta sostanza erasi somministrata. Persino i gelsi e le viti, le cui radici avevano risentita l’influenza di quei residui, fermarono la propria vegetazione, e perdettero le foglie dopo un pronto ingiallimento. Insomma, dovunque le radici siano, anche temporariamente, obbligate ad essere in contatto di materie disciolte, vi ha sempre un temporario deperimento di vegetazione, come se pescassero nelle soluzioni, finchè altre circostanze, che verrò in seguito enumerando, non vi portino un efficace rimedio.
Le recenti sperienze del dottor Cossa1, sull’assorbimento del ferro cianuro potassico, e del solfato di magnesia, conducono alla medesima conclusione: eppertanto le riproduco testualmente, solo per quanto riguarda i fenomeni presentati dalle sperienze suddette:
Seminai in un vaso empito di terra del granone. Quando il cereale arrivò col suo fusto all’altezza di quasi 7 centimetri, innaffiai il vaso per otto giorni con una soluzione di un grammo di ferrocianuro potassico cristalizzato in 800 grammi di acqua distillata. Nei primi cinque giorni le goccioline raccolte, chimicamente e fisicamente esaminate non diedero segno della presenza del cianuro metallico. Nel sesto giorno ve lo rinvenni e così nel settimo e nell’ottavo. A quest’epoca estirpate alcune pianticelle si trovarono le loro radici perfettamente sane. Dopo l’ottavo giorno continuandosi l’innaffiamento, le pianticelle di granone ri-
- ↑ Opera succitata.