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Per verità, è a maravigliarsi come queste sperienze e queste conclusioni non siano state abbastanza apprezzate e dallo stesso sperimentatore e dagli altri fisiologi. E se tali conclusioni potevansi considerare quali fatti di laboratorio, non rappresentanti le condizioni normali in cui vivono le piante, esistevano numerosi fatti in natura i quali chiaramente le convalidavano. Già ho fatto cenno del prodotto diminuito nelle annate soverchiamente umide, in confronto di quelle che appena forniscono l’umidità necessaria al terreno. Ora chiamo l’attenzione su quanto avviene in una porzione di prato depresso, ove l’acqua di pioggia o d’irrigazione vi si fermi più del bisogno. Ivi la produzione riesce di molto inferiore alle altre parti del prato; alle piante graminacee o leguminose, presto vi si sostituiscono le ranuncolacee, indi le ciperacee e le equisetacee, di natura sempre più palustre od acquatica. Osservate un campo di cereali che avvicini un prato irrigato di frequente, e vedrete che quella porzione che lo fiancheggia, sebbene non inondata, ma solo perchè di frequente imbevuta dall’acqua proveniente dall’irrigazione, si mostra meno vegeta, e compie più stentatamente le fasi della speciale vegetazione, in confronto all’altra parte del campo non soggetto a simile influenza. Si faccia attenzione a quanto avviene in ciascuna coltivazione, sia di cereali, sia di foraggi, allorquando vi si spande al di sopra concime liquido: tutte immediatamente sembrano a bella prima deperire, e l’azione benefica di quelle sostanze liquide si appalesa soltanto dopo alcuni giorni. E questo fenomeno è tanto più evidente quanto più le soluzioni abbondano di materiali disciolti, e quanto meno sono scom-