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Il Trinchinetti1 ripetè le esperienze sulle quali il Saussure basava la teoria sopraenunciata avendo cura principalmente di esaminare lo stato delle radici anche prima dell’esperimento. Queste sue ricerche fatte colle soluzioni acquose di cocciniglia e di fitolacca ebbero per risultato il nessun coloramento delle piante cresciute nella sabbia granitica irrorate con queste soluzioni. Però osservando l’autore che il liquido residuo nella sabbia dopo l’esperimento era scolorato, ammise che porzione della materia colorante era scomparsa per l’azione delle radici e da ciò ne trae congettura che la piante non abbiano, come ammetteva il Saussure, assorbito, decomposto ed assimilato nel proprio tessuto le materie coloranti tali e quali vennero somministrate perchè in tal caso si avrebbe dovuto trovare nella parte inferiore delle radici qualche traccia di coloramento, il che non avvenne. Ritiene invece il Trinchetti che le pianto abbiano colle loro radici decomposto nella sabbia la materia colorante loro presentata appropriandosi alcuni dei suoi principj e probabilmente quelli più acconci a nutrirle.


Io non sono poi del parere di Raspail, il quale pensa che (§ 1301, opera succitata) dalle radici integre non possa entrare alcun liquido colorante, e che, quando ciò avvenga, egli è per la rottura o guasto delle stesse che il liquido s’introduce. Ciò non pertanto sono con esso d’accordo nel ritenere che l’assorbimento di sostanze coloranti disciolte non rappresenta menomamente il modo col quale i succhiatoj introducono il liquido nutritivo nella pianta, e che quell’introduzione avviene solo per leggi fisiche d’assorbimento, per le quali può introdursi non solo una soluzione di qualunque materiale, ma eziandio sostanze indisciolte ed al semplice stato di sospensione. Pertanto, appena che venga a cessare la condizione, che obbliga le piante a quest’assorbimento, esse restituiscono, al liquido od al terreno, i materiali inu-

  1. Memoria premiata sull’assorbimento delle radici — Milano 1843.