sciolti; le reazioni che riuscirebbero a disciogliere i sali insolubili sono sfuggevoli, e forse possibili soltanto nel laboratorio del chimico, ma non in quello più complesso della natura. In qualunque miscela salina, le reazioni succedono in guisa che immediatamente formansi sali insolubili, appena che ciò sia possibile per la qualità dei componenti; e l’acido carbonico, siccome pochissimo fisso, viene immediatamente scacciato a profitto della combinazione insolubile, o meno solubile, con altri acidi o con altre basi. Mescoliamo qualunque carbonato solubile alla calce, e vedremo immediatamente formarsi un precipitato insolubile di carbonato di calce. Mescoliamo alla calce una soluzione ov’entri l’acido fosforico, e di subito vi sarà produzione di fosfato di calce insolubile. Pure, volendo ammettere che l’acido carbonico contenuto nelle acque di pioggia e di sorgente, o sviluppato dalle materie organiche, sia in quantità sufficiente a disciogliere anche i succitati materiali insolubili, che mai avverrebbe? — Le acque continuando, siavi o no il bisogno d’alimentare le piante, a disciogliere i materiali terrestri, questi passerebbero negli strati inferiori del terreno, o verrebbero col tempo ad essere trascinati fuori dal terreno che li ha forniti. Il riposo, la cultura, l’abbruciamento delle terre argillose, l’emendamento colla calce o colla marna, non avrebbero più una spiegazione. Anzi, sarebbero operazioni dannose, permettendo o facilitando il disperdimento dell’acido carbonico, o la sua combinazione coi materiali calcari, per formarne dei carbonati insolubili. Ma il terreno non perde materiali se non quando mantiene la vegetazione. — E v’ha dippiù. — Come mai potrebbero allignare le piante nei terreni nei quali non vi siano materie vegetali in fermentazione, o dove le acque, fuor che la pioggia, non vi rechino la benchè minima quantità d’acido carbonico? Non trovansi forse in tal condizione estesissimi