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§8. — Le foglie funzionano come i polmoni degli animali, comunicando all’umor discendente la facoltà di nuovamente servire alla nutrizione.
Finora insomma non si ha alcun certo criterio il quale ci porti a ritenere che le foglie decompongano l’acido carbonico assorbito, laddove al contrario molte circostanze ci conducono a credere che le foglie, al pari de’ polmoni negli animali, assorbano l’acido carbonico dall’aria, e per la circolazione discendente lo traducano sino alle radici, ove rendano i succhiatoj capaci d’intaccare ed elaborare i materiali nutritivi terrestri, esercitando un’azione analoga a quella che esercita il sugo gastrico sugli alimenti introdotti nello stomaco. L’assorbimento adunque dell’acido carbonico per parte delle foglie costituirebbe una vera inspirazione, cioè un fenomeno che precede la digestione e l’assimilazione; e l’esalazione dell’ossigeno sarebbe un fenomeno susseguente, una vera espirazione d’un materiale eccedente alla nutrizione.
Così essendo, si spiegherà come le foglie, non esercitando un’azione chimica nell’assorbimento dell’acido carbonico, non isviluppino calore; e come quest’assorbimento debba essere in relazione della maggior o minor quantità di materiali terrestri assimilabili, modificandosi reciprocamente queste funzioni coll’alterarsi dell’una o dell’altra. E finalmente, l’esalazione dell’acido carbonico che si fa durante la notte o nell’oscurità non sarebbe altro che l’eliminazione dell’ultima porzione assorbita durante il giorno, la quale diviene inutile, mancando le altre condizioni necessarie perchè eserciti le proprie funzioni nella nutrizione.
Il dottor Zanardini1 a tale proposito soggiunge:
- ↑ Relazione del dottor Zanardini sulla Memoria Nuovi Principii, ecc., letta nella seduta del 14 novembre 1859 all’Istituto Veneto.