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Ho detto fin ad un certo punto, poichè se si continua a levare costantemente tutte le gemme, non avremo nè germogli nè foglie, e la pianta morirà egualmente. Quindi l’opinione di Gaudichand sussiste pienamente. Che poi l’accrescimento del tronco abbia luogo negli alberi sfogliati, come sostiene Du Petit-Thonars, io lo credo in massima un errore. Una pianta che germogli liberamente per ogni parte aumenta in grossezza ed in altezza più che un’altra cui si levino gemme e foglie; sebbene tanto nell’uno quanto nell’altro di questi casi, la pianta aumenti forse proporzionatamente più in grossezza che in altezza, come ce lo provano appunto i gelsi e tutte le altre piante sfogliate.
Diciamo ora qualche parola sulle piante dette acotiledoni, nelle quali io riconosco soltanto quelle che sono interamente costituite da un diverso numero d’otricelli o cellule, per il che ogni lor parte può servire alla propagazione per suddivisione. Le acotiledoni vere non hanno foglie, ed hanno un diverso modo d’esistenza; esse sviluppansi anche nell’oscurità ove le altre piante morrebbero per incapacità ad assorbire acido carbonico, e dove esse pure forse non l’assorbono, come ce lo mostra la mancanza di color verde, come ne’ licheni, muschi, funghi. A torto quindi io credo che le felci siansi considerate acotiledoni, cioè piante di tessitura cellulare; la disposizione interna, e la disposizione delle foglie attorno al tronco le fa piuttosto simili alle monocotiledoni, avendo esse pure fascetti fibrosi interposti al tessuto cellulare. Le felci non vegetano che all’aria libera come le altre piante, e, quando trovino una temperatura elevata che permetta un abbondante assorbimento di acido carbonico, si fanno arboree, come le vediamo attualmente ne’ climi tropicali o come ce le mostrano le antiche epoche geologiche.
In complesso, le piante dette acotiledoni o cellulari o