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sarebbero veramente perenni poichè, o le gemme non cesserebbero dal vegetare, come ne’ climi caldi, o dopo l’una troverebbesi disposta un altra, e così via via.

Dalle condizioni nelle quali trovansi le gemme potremo adunque argomentare sulla durata della pianta, purchè questa trovisi in condizione tale da poter vegetare continuamente, oppur da riprendere la vegetazione sospesa. Le piante che aumentano soltanto per la gemma terminale, terminante da ultimo in fiore, sono paragonabili a quelli animali i quali, passano per diverse metamorfosi, e che, raggiunta quella della riproduzione, compiuto l’atto, muojono avendo perduto ogni organo destinato al semplice aumento. Quelli all’incontro che riproducono la specie senza cambiar forma, possono continuare a vivere e riprodurre nuovamente. Berti-Pichat ricorda un fatto attestato da Féburier col quale vorrebbesi provare che l’accrescimento in diametro del tronco, ha luogo negli alberi artificialmente spogliati de’ loro bottoni, ma non in quelli ove, lasciate le gemme, vengono tolte tutte le foglie; ed aggiunge che questo rivela un lato debole del sistema di Gaudichaud.

Il suo promotore, Du-Petit-Thouars, affermò che le foglie non nutrono punto la pianta, e quindi lo sfogliamento degli alberi essere un mezzo di farne aumentare il diametro. Io penso al contrario, esattamente col De-Candolle, essere un mezzo certo di diminuire il loro accrescimento; almeno i coltivatori di gelsi che si sfogliano, prosegue egli, saranno di questo avviso. 1

A tale proposito io credo che il fatto citato dal Féburier provi soltanto che le piante non ponno vivere senza foglie, e che le gemme possono essere levate, almeno sino ad un certo punto, poichè non rappresentano organi di nutrizione, ma piuttosto organi che si nutrono di quanto loro vien esibito dal tessuto legnoso.

  1. Berti-Pichat. Istituz. scientifiche e tecniche d’agricoltura. Libro V. pag. 1239 e 1240 e nota 1.