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o più anni, secondo che la pianta porti il fiore entro uno o più anni; ed è tanto più inevitabile quanto più presto fruttifera, cioè quanto maggior tempo resterebbe ancora alla pianta per vegetare nel medesimo anno. Altre piante che possono resistere ai nostri freddi jemali, morto lo stelo, conservano le radici vive, quali le canne, gli asparagi. E però da notarsi che ordinariamente le piante monocotiledoni, che vivono due o più anni, dopo il primo, o nell’anno della fruttificazione, non producono uno stelo ma piuttosto soltanto uno o più peduncoli da fiori.

Pertanto io considero un errore il ritenere che le monocotiledoni possano crescere soltanto per la gemma terminale; si allontanino le foglie dallo stelo, o le si tolgano, e le vedremo ramificare anche per sviluppo di gemme laterali.

Osserviamo ora, sotto questo aspetto le piante distinte col nome dicotiledoni. Esse pure vanno soggette alla stessa legge, cioè vivono finchè conservano gemme capaci di sviluppo, e muojono più o meno presto secondo che quelle vengano a mancare. Anche fra queste vi sono piante che vivono un solo anno, due, o più, e chi faccia attenzione, troverà sempre la durata in relazione col possibile sviluppo delle gemme. Le piante dette perenni, sarebbero anche tali allorchè nessuna circostanza venisse a scemare o togliere la vitalità delle gemme; queste circostanze parte naturali, parte accidentali e parte artificiali. — Naturali sono le condizioni di clima, la mancanza o deficienza dell’opportuno nutrimento, il modo di fioritura, le malattie delle foglie, le contusioni, ed altri guasti per venti, neve, ingrossamento od indurimento della corteccia. Accidentali talune condizioni meteoriche, i geli, le brine, e le nebbie in momenti inopportuni. Artificiali il taglio, lo scalvo troppo frequente, la sfrondatura, le decorticazioni, od altri guasti. — Allorchè nessuna causa alterante interviene, le piante perenni,