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zioni che contrariano il loro sviluppo; come la corteccia troppo grossa, indurita, o che goda poc’aria e poca luce. — In quest’ultimo caso trovansi le gemme esposte al nord, quelle addossate a qualche muro od ostacolo che loro tolga il beneficio de’ raggi solari ed un libero e rinnovato contatto d’aria, non che le gemme delle piante che per largo tratto crescano fitte tra loro. — Quando vuolsi ottenere lino o canapa a filo fino e lungo, si pratica una semina piuttosto fitta; la pianta cui è tolto dalle piante vicine il libero contatto del sole e dell’aria in basso ed ai lati, cresce soltanto per la gemma terminale, non trovandosi le laterali in condizioni opportune per isvilupparsi: nè altrimenti, ne’ boschi fitti, le piante ramificano pochissimo lateralmente, crescono poco in diametro, ma raggiungono un’altezza maggiore.

Se artificialmente si ricopra un ramo od un tronco con paglia od altro che impedisca in tutto od in parte il contatto della luce o dell’aria, si può star certi che ben difficilmente svilupperannosi nuovi germogli sulla parte ricoperta. Se alla corteccia si applichi una vernice od altro che assolutamente ne impedisca la traspirazione, essa muore, e al disotto più non si svolgono le gemme. Ora chiamo l’attenzione sulla disposizione delle foglie nella maggior parte delle monocotiledoni; esse mancano di picciuolo, circondano colla loro base tutta la circonferenza del fusto o del culmo, e dalla base, ove sta la gemma, s’innalzano abbracciando ed involgendo per un tratto più o men lungo tutto lo stelo, in guisa che la gemma è ricoperta e si può dire soffocata. L’unica gemma libera è la terminale, e la pianta cresce per essa. Ma questa gemma, all’epoca opportuna, porta il fiore, cessa d’agire come gemma da legno, e la pianta, sprovvista di nuovi organi erbacei o verdi, cessa dal vegetare e muore maturando il frutto.

Questa morte delle monocotiledoni può avvenire in uno