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Egli è perciò che un taglio appropriato delle piante fruttifere, od anche un artificiale distacco di parte dei frutti, può essere raccomandato allo scopo di conservare una certa relazione od equilibrio fra la produzione del legno e la fruttificazione, dirigendo la vegetazione in modo che alimenti il frutto, e favorisca un contemporaneo sviluppo di gemme da legno che servano alla nutrizione della pianta.

A questa regola, sebbene in modo meno evidente, non fanno eccezione nè pure le gemme miste, quelle cioè, ch’entro lo stesso anno producono germoglio e fiore; per es., nelle viti e nel lampone, dopo un anno d’abbondante frutto, ne sussegue certamente uno più scarso, tenendo pur conto anche della minor vegetazione o produzione legnosa.


§ 39. — Differenze fra le monocotiledoni e le dicotiledoni. — Funzioni fisiologiche identiche. — Durata delle piante desunta dalla diversa loro struttura. — Quali siano le piante acotiledoni.

Ci si domanderà se il modo finora esposto di considerare la struttura delle piante e di assegnare a ciascuna parte l’ufficio fisiologico, possa valere per tutte le tre grandi classi vegetali; ed io risponderò che la diversità di struttura non porta alcuna modificazione nell’ufficio fisiologico delle parti. — Frattanto dirò che la denominazione di monocotiledone, dicotiledone ed acotiledone è affatto arbitraria, essendo basata sopra un solo carattere, cioè la presenza o la configurazione della massa cotiledonare. — Cominciando dalle distinzioni d’interna struttura che si fecero fra monocotiledoni e dicotiledoni, annunzierò l’opinione di Desfontaines.

“Tutti i vegetali, ci dice, possono dividersi in due grandi classi 1.° Quelli che non hanno strati concentrici distinti, e la