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per modo che una di essa sia perfettamente interrata e l’altra in libero contatto dell’aria; facciamo insomma una talea. Tutti sanno che in tal caso la gemma interrata, invece d’aprirsi e dar luogo al germoglio mette radici dalla base, laddove quella che è in contatto dell’aria invece di metter radici apre le scaglie per dar luogo ad un germoglio: sviluppandosi quella parte che sta in armonia col mezzo. La gemma interrata si segmenta soltanto pel polo inferiore, e quella sopra terra soltanto pel polo superiore.

Ora, a vece di un pezzo di tralcio con due gemme, prendiamone uno munito d’una sol gemma, e collochiamolo in modo che possa risentire l’influenza del terreno unitamente a quella dell’aria. Quella gemma allora dalla base darà radice, e le piccole scaglie si apriranno per dar luogo al germoglio. La cellula germe si sarà segmentata; ed ambedue i poli si saranno allungati nella loro speciale direzione. Sviluppate le radici e rinverdito il germoglio, la nutrizione si farà a spese del terreno, ma, prima di quest’epoca, si fa a spese delle sottili scaglie, della gemma e del legno sottoposto.

Altri esempj pratici di questo modo di comportarsi delle gemme a norma delle diverse condizioni l’abbiamo nei così detti piantoni, o rami lisci di salice, pioppo fico, gelso, i quali, conficcati nel terreno, mettono radici in questo e germogli nell’aria. L’abbiamo nella propaggine, che mette radici su quel tratto di ramo piegato sotto terra; l’abbiamo nella margotta, cioè nelle radici che mette quella parte di ramo che fu artificialmente interrata per mezzo dell’applicazione del vaso. L’abbiamo finalmente nei rami de’ vegetali serpeggianti presso terra, quali la gramigna, le fragole, le zucche, il fico, la vite, le cui gemme presso terra mandano radici dalla base, e germogli verso l’alto, in modo che a guisa d’una tenia, si potrebbe dividere la pianta in tanti individui quante sono le gemme che toccarono terra.