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vrebbe essere il calore sviluppatesi in questi organi, confrontato con quello delle altre parti del corpo. Ma non è così, ed i polmoni non presentano maggior calore di quello che può svilupparsi per effetto dei vasi capillari incaricati della loro riparazione. I polmoni adunque assorbono semplicemente l’ossigeno dalla miscela atmosferica senza esercitare alcuna azione chimica, ed il calore dell’aria espirata è dovuto all’ambiente dal quale deriva, e non già ad un’azione chimica.

All’incontro, secondo i fisiologi, le foglie sarebbero dotate della facoltà non solo di assorbire acido carbonico, ma eziandio di quella di decomporlo, esercitando una vera azione chimica; e stando alla quantità d’ossigeno espirato, senza per ora esaminare da qual parte possa venire, avrebbero una grande ed estesa azione, capace di fornire un notevole inalzamento di temperatura, riconoscibile in molteplici circostanze. Ma questo inalzamento di temperatura, o fu inavvertito finora, o nessuno potò riscontrarlo.

Se poi le foglie decomponessero l’acido carbonico atmosferico, dovrebbero sviluppare una quantità d’ossigeno corrispondente alla quantità di carbonio assimilato, il che non avviene; come non avviene per l’acido carbonico negli animali, nei quali, questo gas, non corrisponde esattamente alla quantità d’ossigeno inspirato e necessario alla formazione dell’acido carbonico.

L’acido carbonico espirato dagli animali è minore dei 15 per % di quanto dovrebbe essere nel caso che la combustione del carbonio succedesse nei polmoni per mezzo dell’ossigeno inspirato. Una quantità maggiore dell’ordinario viene espirata quando nell’alimentazione animale siavi sovrabbondanza di materie vegetali amilacee, dolci, od alcooliche; ed allorquando maggiore sia l’alimentazione, nel caso d’aumento o di forte riparazione dell’organismo; e ciò, perchè, in simili circostanze, mag-