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più antichi, al punto per anco di togliere ogni distinzione e confonderli assieme.
Il colore più intenso che ordinariamente presenta un vecchio tronco in confronto d’altro più giovine della stessa specie, e maggiormente verso il centro che verso la periferia, mostra chiaramente la precedenza degli strati più oscuri, i quali sono eziandio i più duri e quelli che forniscono, non già la maggior quantità di fiamma, ma la maggior quantità di ceneri, indicando con ciò un’esistenza anteriore. Impossibile è adunque ritenere valida l’opinione del Raspail il quale considera l’alburno siccome il legno più antico, e che deve la sua poca densità all’essersi consumato a vantaggio di nuove e sottoposte formazioni.
Oltre a questi fenomeni principali, che servivano ad appoggiare l’opposta teoria, altri se ne possano spiegare, che ben difficilmente vi si riuscirebbe per mezzo dell’umor discendente. Questi sono: il taglio fatto allo scopo di concentrare il succhio; la piegatura dei rami verso una linea più o meno orizzontale, od anche in basso, per limitare sempre più la soverchia vigoria di produzione legnosa; il presentarsi dei germogli succhioni in posizioni piuttosto basse, giammai sopra rami pendenti, e sempre avanti la piegatura; le incisioni profonde, le legature, le decorticazioni circolari, e la frattura parziale allo scopo di favorire l’ingrossamento dei frutti e non già della parte legnosa superiore al luogo dove fu praticata alcuna di queste operazioni. E