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nell’organismo vegetale, salendo con una direzione dal basso in alto e dal centro verso la periferia. Il trasudamento all’esterno potrebbe chiamarsi una segmentazione delle cellule più superficiali dell’alburno, un vero addentellato a quanto già esiste, il quale prendendo consistenza, sebben di recente formazione, formerà aderenza allo strato sottoposto, e quest’aderenza, che si fa maggiore coll’invecchiare delle cellule, non si potrebbe ammettere coll’addensamento del cambio somministrato dal succhio discendente. Questo trasudamento però non ha luogo, come ben può intendersi, quando le cellule superficiali dell’alburno siano scoperte ed in condizione da essiccare.
Per tal modo di considerare l’andamento del succhio ascendente s’intenderà come, facendo un taglio orizzontale ad un ramo vigoroso in corso di vegetazione, debba sgorgare maggior quantità d’umore verso la periferia del legno che non verso il centro. Poichè verso la periferia concorre il succhio che ascende verticalmente e quello che vi si dirige in direzione trasversale, nel senso dei raggi midollari: e perchè la parte più recente è meno densa dell’interna, siccome più povera di materiali incombustibili od inorganici. L’aumento si forma adunque più facilmente verso la superficie libera, sebbene le cellule che costituiscono il legno già formato, continuino esse pure a nutrirsi di nuove sostanze, per le quali aumentano ed acquistano maggior consistenza. Quindi l’aumento in altezza delle piante non si fa soltanto con materiali nuovi o nuove cellule, ma vi concorre eziandio l’aumento delle cellule vecchie. Se noi osserviamo lo spazio che già esiste sul tronco fra un punto e l’altro di partenza delle diramazioni, come facilmente può osservarsi coi pini e cogli abeti, vedremo che, oltre all’allungamento per la gemma germinale, ha luogo eziandio un allungamento degli spazi compresi fra i detti punti, da dove si