Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
178 |
Se il succhio discendente fosse il nutritivo, e se le foglie non avessero altro ufficio che quello di appropriarsi il carbonio e di elaborare i materiali portativi dal succhio ascendente, la comparsa delle foglie dovrebbe costantemente e necessariamente precedere e non susseguire lo sviluppo delle gemme, ma invece, nel germoglio, il legno precede sempre le foglie. I gelsi che si capitozzano quando si strapiantano nei campi, privati persino d’ogni gemma apparente, dove mai potrebbero trovar umor discendente per isviluppare i numerosi germogli che riscontriamo all’ingiro, o poco sotto il taglio orizzontale? Dove lo troverebbero tutte le altre piante capitozzate, largamente potate e private delle gemme e delle foglie durante la vegetazione? La morte della pianta dovrebbe essere l’inevitabile conseguenza dell’ammissione del cambio discendente, allorchè fosse privata dagli organi superiori destinati ad elaborare la linfa ed a mandarla in basso ridotta a proprietà plastica.
Inoltre, da qual parte riceverebbero alimento gl’innesti a marza, tanto a spacco quanto a corona, se quest’alimento venisse dall’alto e dall’esterno? Come succederebbe la cicatrizzazione dei tagli orizzontali, od il conservarsi vivo, e talvolta l’aumentare d’alcune parti che non hanno foglie al disopra, quali sono certe porzioni di legno che stanno fra un nodo e l’altro, o fra una foglia e l’altra, tagliate poco al disotto del nodo superiore? Come mai la piegatura dei rami invece d’essere a vantaggio della vegetazione della parte inclinata, essendosi posto un ostacolo al libero corso discendente del cambio, riesce invece a profitto della parte rimasta al dissotto della curvatura ed in posizione più o meno verticale? Non veggonsi forse, nelle viti e nelle piante ridotte convenientemente a spalliera, i rami succhioni ed i germogli più vigorosi sorgere al collo della piegatura o poco prima?