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bisogni o fenomeni strettamente legati al grado di temperatura atmosferica.

Ove sia possibile un continuo assorbimento d’acido carbonico, ivi la vegetazione sarà continua, come presso l’equatore; ma dove all’incontro vi sia un’alternativa più o meno sentita di stagioni calde e fredde, ivi la vegetazione andrà soggetta ad una specie di letargo dal quale si risveglierà sol quando ogni pianta troverà il conveniente grado di calore. — La temperatura che non permette all’acqua di conservare lo stato liquido perchè scenda sotto lo 0°, o perchè si elevi al punto da inspessire o coagulare le sostanze albuminoidi, sembrano i limiti della traspirazione e del movimento degli umori, ossia i limiti estremi della vegetazione. — Entro questi estremi, o l’una e l’altra pianta può vegetare, e si potrebbe dire che ogni zona, o linea di latitudine, abbia una pianta continuamente in vegetazione. Ma le naturali vicende terrestri, e l’ingerenza dell’uomo confusero le piante nelle varie zone: le prime mescolandovi sol quelle che possono resistere e fruttificare, e l’uomo introducendovi anche quelle che difficilmente resistono o fruttificano, o che solo lo possono quando siano collocate in condizioni eccezionali. — Attualmente nei nostri boschi, nei nostri prati, nei nostri campi, nei nostri giardini, e nelle nostre serre noi abbiamo una confusione artificiale di climi, cioè piante di svariatissime provenienze; eppertanto per più di due mesi, cioè, dal momento in cui la temperatura media in febbraio supera i +5°, sino a tutto maggio quando si porta ai +13°, abbiamo una continua successione di piante che incominciano la loro vegetazione. Piante che o germinassero o germogliassero a temperatura maggiore di +13° presso noi farebbero tristissima prova, o non avrebbero tempo sufficiente per avere una somma di calore tale da maturare il frutto; inferiormente a + 5°, non si