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una parte e l’ambiente atmosferico dall’altra? Non vediamo noi forse entro un medesimo e ristretto spazio di terreno, che non tutte le piante incominciano a germogliare nella stessa epoca? Non vi sono forse in uno stesso campo piante già guernite di foglie in febbrajo, mentre altre le mostrano solo un mese o due dopo? Non succede lo stesso anche all’avvicinarsi dell’inverno, cioè che non tutte le piante nell’istessa epoca ingialliscono e perdono le foglie, cessando dal vegetare? Tanto in un caso quanto nell’altro, non si trovano forse tutte nelle stesse condizioni di temperatura, sì nel loro interno, che nel terreno e nell’atmosfera? Perchè l’una comincia o termina dopo l’altra? Perchè ordinariamente quelle che sono le prime a metter foglie in primavera, sono anche le ultime a perderle in autunno? Sul finir dell’inverno non vi sono forse foglie alle quali attribuire una specie di traspirazione o di aspirazione che favorisca l’ascesa del succhio? Perchè sulla fine d’autunno un debole abbassamento di temperatura basta a fermare la vegetazione in una data pianta e non in altra? Perchè le foglie sotto quel lieve abbassamento di temperatura evidentemente cessano dal funzionare prima di alterarsi?

Ebbene, se si ammette che l’acido carbonico sia l’elemento indispensabile alla respirazione vegetale, quello insomma che, tradotto ai succhiatoj delle radici, elabori i materiali terrestri, e che agisca tanto più efficacemente quanto più elevata sia la temperatura, facile sarà lo spiegare come la vegetazione incominci in primavera e finisca all’appressarsi dell’inverno, e come non tutte le piante, poste nelle eguali condizioni, incomincino o terminino la loro annuale vegetazione nella stessa epoca. — Tutti sanno che vi sono piante proprie de’ climi caldi, altre de’ temperati, ed altre de’ freddi. Quelle sopratutto de’ climi caldi trasportate nei freddi o temperati, o non resistono al freddo del verno e muojono, o