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nell’uomo gli alimenti entrino direttamente nella corrente sanguigna, percorrano il corpo, finchè, giunti ai polmoni, ivi si elaborino per poi recarsi ad aumentare e riparare i varj organi; e che finalmente depositino nello stomaco il superfluo o l’inutile, perchè dagli intestini n’esca col nome d’escremento? — Direbbesi che un tale assurdo non merita discussione.

E per verità, come immaginare il bisogno e la possibilità di far passare nel sangue, e nelle sue capilarissime anastomosi, tanta quantità di materie inutili, superflue, dannose od indisciolte? Come immaginare che la respirazione, tanto rapida nelle sue funzioni, basti da sola ad elaborare le sostanze, separando le utili dalle inutili, riducendo le prime alle volute condizioni perchè siano assimilate? Stragrande dovrebbe essere la capacità de’ vasi sanguigni; e bisognerebbe supporre che gli alimenti, siano pure superflui, inutili od indisciolti, possano penetrare per ogni dove, se la scelta, ossia l’assimilazione, la nutrizione e l’escrezione fossero l’ultima fase della sanguificazione. — Direste insomma che tutto ciò è impossibile ad ammettersi.

Ebbene, quanto la ragione ripugna ad ammettere per gli animali, si ammette e si sostiene pei vegetali. — In questi, l’umor ascendente rappresenterebbe il sangue nel quale direttamente si versassero le sostanze ingeste, con incarico di accompagnarle tali e quali sino alle foglie, attraversando tutto l’organismo vegetale, per esservi colà elaborate. L’umor ascendente avrebbe la facoltà di attraversare le cellule più compatte del tessuto legnoso quando è impuro, mentre, allorchè è stato elaborato dalle foglie, gli si concederebbe una via più comoda tra la corteccia ed il legno. Come credere che l’umor ascendente carico d’ogni qualità di materiale, che le radici abbiano assorbito nel terreno allo stato di soluzione, debba attraversare, si può dire, due volte l’organismo vegetale