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senta agli organi digerenti le sostanze nutritive in uno stato assai suddiviso ed in combinazioni più facilmente solubili ed alterabili che non il fieno il quale, per effetto dell’essicamento, le presenta indurite e ridotte in istato meno prontamente alterabili. Perciò il fieno rende necessaria un abbondante bevanda, sia per raggiungere il volume, sia per facilitare la soluzione e la scomposizione dei materiali che lo compongono. Ma l’acqua bevuta è un ripiego passaggiero, poichè presto abbandona gli organi digerenti, e nel poco tempo che vi è rimasta non ebbe agio a rammollire e sciogliere i materiali induriti o coagulati del fieno. Ho detto coagulati poichè le sostanze albuminoidi vengono così ridotte dal calore che si sviluppa nell’ordinaria e normale fermentazione degli ammassi di fieno. — Perciò io credo essere cosa utilissima il rammollire i foraggi secchi, otto o dieci ore prima di presentarli al bestiame, sia macerandoli in appositi recipienti con acqua tiepida, sia col mezzo del vapore. Allora l’apparato digestivo si riconduce press’a poco alle condizioni come se gli si somministrasse foraggio verde, non avendo bisogno di perder tempo ed efficacia nel rammollire le sostanze, perchè facilmente abbia luogo il processo chimico della digestione. — Col rammollimento del foraggio secco soddisferebbesi ad una necessità fisiologica, nonchè ad una maggior economia, ritraendo un maggior prodotto dallo stesso peso di materia nutritiva. — L’equivalente nutritivo deve essere in relazione coll’equivalente di volume, cioè colla capacità dell’apparato digerente di ciascun animale. I polli, quando riempiono l’ingluvie e lo stomaco di terra o di sabbia, non soddisfano già ad un capriccio, nè introducono materiali duri allo scopo di meglio triturare le sostanze ingeste, ma ci danno una lezione in proposito, prendendo terra o sabbia sol quando l’alimento non raggiunga il volume opportuno a riempire