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l’aria, aumentano in modo appena percettibile, e solo quanto forse lo permetta l’elaborazione del pulviscolo atmosferico che va a depositarsi sulle radici; provando per avventura con questo fatto essere appunto più necessaria la presenza dei principii inorganici, che non quella dell’umidità terrestre, essendovi piante che non ricevono altro umore tranne il vapore acqueo atmosferico. Nè è a credere che le piante dette aeree aumentino per condensamento di elementi combustibili atmosferici, poichè sappiamo che essi non entrano a far parte nell’organismo vegetale, se non in concorso degli elementi incombustibili inorganici. Si conceda a queste piante il contatto dell’aria, ma s’impedisca ogni contatto di pulviscolo atmosferico, e vedrassi di quale aumento siano suscettibili. Riparare ed aumentare un organismo qualunque senza concorso di materie nutritive è cosa concessa soltanto a cert’uni, i quali, volendo ingannare il mondo, si privano del piacere di mangiare in pace ed in società. — E finalmente, impossibile è la riparazione e l’aumento dei vegetali che nessun alimento ritraggano dal suolo; ne è supponibile che le Aeridi e le Tillandsie pratichino astinenze od inganni per farsi canonizzare.
Ritenuto che le piante si nutrano per materiali elaborati col mezzo dell’acido carbonico emesso dalle radici, meglio potremo darci ragione d’alcune condizioni le quali esercitano un’influenza sulla nutrizione vegetale.
Prima fra queste trovasi il clima, ossia il diverso grado di temperatura e d’umidità atmosferica naturale